Lo scontro tra poteri universali
I regni che si erano formati dopo la fine del Sacro Romano Impero ( IX secolo) erano molto deboli, perchè i feudatari erano sempre in lotta tra loro e barbari e pirati continuavano ad attaccare e saccheggiare le terre.
Per indicare questa situazione di guerre e disordine si usa il termine “anarchia feudale”, che significa che non vi era un governo centrale forte.
- In Italia si susseguivano re italiani e stranieri.
- In Francia nel 987 salì al trono Ugo Capeto, che fondò la dinastia dei capetingi.
- In Germania salì al trono Ottone I di Sassonia che divenne anche re d’Italia e poi si fece incoronare imperatore: in questo modo, nel 962 nasceva il Sacro Romano Impero Germanico.
La Chiesa in questo periodo era in crisi perchè vescovi e monaci non venivano scelti per la loro rettitudine, ma in base a interessi economici e di potere. In questo modo molti vescovi e abati erano persone malvagie, senza istruzione, che non pensavano per nulla al loro compito religioso.
Ottone I per controllare i feudatari, decise di affidare molti suoi feudi ai vescovi. Essi, infatti, non potendosi sposare, non avrebbero potuto lasciare le terre in eredità ai figli e, alla loro morte, il feudo sarebbe tornato nelle mani dell’imperatore. Essi vennero chiamati vescovi – conti. Ottone I però voleva che i vescovi- conti fossero colti, ben preparati e fedeli, affinchè amministrassero bene i suoi feudi, perciò iniziò ad intromettersi nell’elezione e a scegliere le persone più adeguate. In questo modo l’imperatore che aveva solo un potere temporale, cioè materiale, ora esercitava anche un potere spirituale,cioè religioso, e si sostituiva alla Chiesa.
Nel 962 Ottone I stipulò col papa un patto, il “Privilegio di Ottone”. Secondo questo patto il papa incoronava l’imperatore, ma l’imperatore poteva approvare l’elezione del papa.
Con questo patto era evidente che l’imperatore si sentiva superiore al papa, ma che il papa a sua volta voleva essere riconosciuto superiore all’imperatore.
Anni dopo, un altro papa Niccolò II convocò un sinodo, cioè un’assemblea di vescovi, per condannare gli ecclesiastici corrotti. In quest’occasione stabilì che l’imperatore non poteva approvare l’elezione del papa. Il papa doveva essere eletto da cardinali e vescovi romani.