Il fascismo
In Italia, dopo la Pace di Parigi, crebbe l’insoddisfazione, perchè non erano state assegnate al Paese la Dalmazia e la città di Fiume. I nazionalisti parlavano addirittura di “vittoria mutilata”. Il poeta Gabriele D’Annunzio, nazionalista, occupò la città di Fiume nel settembre del 1919 dichiarandola italiana. Intervenne allora il governo, che in seguito a trattative con la Jugoslavia, ottenne che Fiume fosse prima dichiarata città libera e, in seguito, nel 1924, diventasse italiana.
Sul piano politico in Italia prese piede il Partito socialista, a cui si rivolgevano i lavoratori colpiti dalla crisi del dopoguerra. Nacquero anche nuovi partiti:
- il Partito Popolare italiano di don Luigi Sturzo, che raccoglieva i cattolici e proponeva collaborazione e riforme
- il Partito Comunista d’Italia, che fu fondato da alcuni socialisti guidati da Gramsci; essi dopo il fallimento delle lotte operaie del biennio rosso (1919/1920), si staccarono dal Partito socialista per portare avanti le loro idee di rivoluzione
- i Fasci italiani di combattimento, guidato da Mussolini, che inizialmente non aveva un chiaro programma politico.