I romani
Il popolo dei Romani si sviluppa nel Lazio, attorno alla città da essi fondata nel 756 a.C.: Roma.
All’inizio il governo è affidato ai re (monarchia).
La società è divisa tra patrizi (nobili) e plebei (gente comune). Ai margini della società vivono gli schiavi.
Nel 509 a.C. però, i re vengono scacciati e nasce la repubblica: il governo è affidato a due consoli aiutati da un’assemblea di anziani: il senato. Il potere è nelle mani dei soli patrizi (oligarchia).
Le lotte tra patrizi e plebei
In seguito, i plebei chiederanno di poter partecipare al governo: dopo varie lotte (secessione dell’Aventino) i plebei ottengono di poter avere proprie magistrature: i tribuni della plebe.
Da questo momento anche i plebei più ricchi possono accedere al potere e si formano tre nuove classi sociali:
- nobili: patrizi, plebei che hanno avuto in passato un membro della famiglia al Senato
- cavalieri: plebei ricchi
- plebei poveri e proletari (cioè persone che hanno solo i figli come bene)
Si formano in politica due partiti:
- gli ottimati ( che curano gli interessi dei nobili)
- i popolari ( che vorrebbero migliorare le condizioni della popolazione povera)
Tra i popolari bisogna ricordare Tiberio Gracco e Gaio Gracco, due fratelli che cercano di aiutare il popolo e per questo vengono uccisi durante sommosse organizzate dai nobili.
L’espansione di Roma in Italia
Nel frattempo Roma si espande nei territori circostanti (attua una politica imperialistica):
- conquista l’Italia e la organizza in municipi (pagano tasse e forniscono soldati), colonie(hanno i doveri, ma anche i diritti dei cittadini romani) e città federate (alleate a Roma in caso di guerra).
- conquista Sicilia, Sardegna, Corsica, Spagna e Africa settentrionale combattendo contro la città di Cartagine ( I^, II^, III^ guerra punica); conquista la Macedonia e la Grecia. Tutti questi territori, situati fuori dalla penisola italiana, diventano province di Roma.