I problemi dell’Italia unita
Il Regno d’Italia proclamato nel 1861 presentava gravi problemi:
- profonde differenze tra le varie regioni, abituate ad usare lingua, monete, amministrazioni diverse
- profonde differenze economiche
- difficoltà di collegamento per mancanza di strade
L’industria, quasi assente nel Paese, stentava a crescere per mancanza di materie prime e capitali da investire.
L’agricoltura era ovunque predominante, ma era moderna a nord e ancora arretrata a sud.
Nel meridione infatti i proprietari terrieri mantenevano un regime feudale. La struttura agricola dominante era il latifondo e i contadini, non possedendo terreni propri, erano costretti a lavorare in condizioni misere i campi dei padroni.
Nel sud le condizioni di estrema povertà e l’aumento delle tasse portarono a rivolte contro lo Stato e alla nascita del brigantaggio, una vera e propria guerriglia portata avanti da contadini e ragazzi renitenti alla leva. Per risolvere il problema del brigantaggio fu costretto ad intervenire l’esercito.
Davanti ai numerosi e gravi problemi italiani il Parlamento di Roma non sapeva trovare soluzioni efficaci, soprattutto perché era composto dai nobili e dall’alta borghesia, che non capivano i problemi del popolo.
Uno degli obiettivi principali dei primi governi fu il tentativo di creare un popolo italiano. Infatti c’erano profonde differenze tra la popolazione delle diverse zone d’Italia ed era necessario per far progredire il Paese che tutti si sentissero veramente italiani e che tutti parlassero una lingua comune: l’italiano.
Il compito di creare un popolo unito fu affidato soprattutto alla scuola. La maggior parte della popolazione, infatti, era analfabeta e l’italiano era conosciuto solo dalla classe colta, pertanto fu necessario aprire scuole per il popolo a cui tutti potessero accedere per imparare la lingua, conoscere la storia e le tradizioni comuni, acquisire le abilità di lettura, scrittura e calcolo. Anche i maestri non esistevano, perciò inizialmente le classi erano affidate a persone che sapevano almeno leggere e scrivere e non avevano altra preparazione.
Nello stesso periodo vennero create le province e i comuni per migliorare l’amministrazione, vennero pagati i debiti dello Stato aumentando le tasse alla popolazione, venne dato l’avvio all’industria, si iniziarono le opere di costruzione della rete stradale e ferroviaria.
Nel 1882, il nuovo re, Umberto I, decise di aderire alla Triplice Alleanza con Germania e Austria per uscire dall’isolamento e avere alleati in Europa. Questo fatto non fu accettato dai patrioti, perché sostenevano che, poiché l’Austria manteneva ancora i territori del Trentino Alto Adige e di Trieste, era da considerare un nemico.